ASSO FRUIT ITALIA: PERCORSO DI INNOVAZIONE E AGGREGAZIONE

ASSO FRUIT ITALIA: PERCORSO DI INNOVAZIONE E AGGREGAZIONE

L’articolo apparso su Agristorie

Siamo nel Metapontino, oltre ottocento chilometri quadrati di territorio fertile che si affaccia su Mar Jonio e quaranta chilometri di costa da Metaponto a Nova Siri, con i quattro principali fiumi lucani che ne attraversano la piana. La regione storica in cui si sviluppò fiorente la civiltà della Magna Grecia, all’ombra delle imponenti tavole palatine; e ancora la città in cui il famoso matematico e filosofo greco fondò una delle sedi della scuola pitagorica e dove infine trascorse gli ultimi anni della propria vita. Quasi tremila anni di storia per un territorio dalle infinite potenzialità, e una fertilità che, finalmente, pian piano ritrova il coraggio e lo spazio per esprimersi, tanto nell’ambito culturale quanto in quello agricolo.

È qui, e più precisamente a Scanzano Jonico, che poco meno di quarant’anni fa, nasce quella che era una semplice associazione di produttori agrumari e che oggi rappresenta, invece, una delle storiche e più autorevoli Organizzazioni di Produttori del Mezzogiorno. Un percorso a tappe in cui si evidenzia un sempre crescente slancio all’associazionismo: nel 1997 da Assobasilicata prende il via Asso Fruit, prima OP iscritta nei registri regionali lucani; nel 2010 il salto finale come unione di quattro importanti Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli lucane: si concretizza così l’idea di competere all’interno di mercati sempre più globalizzati, assumendo il determinante ruolo di programmazione e concentrazione dell’offerta. Il nuovo soggetto in gioco si chiama Asso Fruit Italia, una realtà complessa e aggregante e per questo difficilmente sintetizzabile. I numeri, in questo caso, aiutano a rendere l’idea di tale evoluzione: 300 aziende agricole produttrici associate, tra Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Piemonte, di cui 46 con certificazione biologica; 10 magazzini di lavorazione a disposizione dell’OP; per una superficie in produzione di circa 3500 ettari; ed un fatturato annuo aggregato di 60 milioni di euro.
Evoluzione che non vuole porsi limiti e che anzi ha aspirato, sin dall’inizio, all’internazionalizzazione, proiettata alla ricerca di sempre nuovi canali commerciali: a testimonianza di ciò la partecipazione agli eventi fieristici più in vista per il settore agricolo, come l’appuntamento annuale con la Fruit Logistica di Berlino, una piattaforma globale che comprende tutte le unità aziendali Fresh-Produce, connettendo i vari operatori del mercato e fornendo una panoramica completa ed aggiornata di innovazioni, prodotti e servizi nelle diverse fasi del marketing.

Nulla, insomma può essere lasciato al caso. Sfruttare ogni opportunità ricercando un sempre maggiore slancio verso la crescita; sembra raccontarci questo il percorso aziendale di Asso Fruit Italia e del suo presidente, Andrea Badursi, scelto nel Dicembre del 2020, dalla prestigiosa rivista di settore, Corriere Ortofrutticolo, come «il volto che meglio rappresenta il Sud aggregato che ce la fa». Un processo di aggregazione confermato dalla nascita, in quello stesso anno, di Arcadia, la prima AOP (Associazione di Organizzazioni di Produttori) della Basilicata: «una creatura che abbiamo costruito insieme a Francesco Nicodemo, che ne è diventato il presidente». Tra gli obiettivi, il rafforzamento della capacità di interlocuzione nelle sedi istituzionali e di governo del settore agricolo e la tutela del reddito dei produttori.

Un percorso che funziona e che dà i propri frutti attraverso un impulso concreto ai processi di innovazione varietale, ammodernamento strutturale e sostegno alla ricerca. Importante citare, in quest’ultimo caso, la collaborazione con l’Università della Basilicata nella “programmazione per la valutazione dell’impronta ambientale del carbonio”, Carbon Footprint, una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio. Un tassello importantissimo, raggiunto attraverso la certificazione volontaria di Asso Fruit Italia, in quello che è l’impegno reale sul fronte della difesa dell’ecosistema.
E ancora, sempre nel campo della ricerca e della innovazione, nell’ottica di migliorare la shelf life dei prodotti ortofrutticoli, Asso Fruit Italia si appresta alla sperimentazione di un nuovo sistema di purificazione dell’aria degli ambienti di lavorazione e stoccaggio della frutta. Si chiama SHU lo strumento che utilizza un’avanzata Foto Ossidazione Idrata Catalitica, progettato dalla NASA e pensato per i veicoli spaziali, viene testato per la prima volta nel settore ortofrutticolo con un progetto coordinato da Italia Ortofrutta Unione Nazionale in collaborazione con l’Università della Tuscia di Viterbo.

Ma quali sono i risultati finali di questi percorsi di ricerca e pianificazione, coerenti con le reali esigenze del mercato? Frutta di elevato pregio, perché ottenuta senza mai dimenticare di considerare le caratteristiche climatiche degli areali, in modo da favorire il naturale sviluppo delle colture per assicurare così qualità, salubrità e gusto dei prodotti. Dagli agrumi, clementine e arance, alle drupacee, pesche, nettarine e albicocche. Ma chi la fa da padrona è senz’altro la fragola: la Sabrosa, la fragola della Basilicata ormai simbolo dell’agricoltura più avanzata praticata in regione e nello specifico nella pianura del Metapontino. Tra i progetti legati al marchio “Fragola della Basilicata“, l’avvio del processo che porterà alla creazione della prima IGP del comparto ortofrutticolo.
Aggregazione, innovazione e competitività: questo il riassunto ultimo della mission di Asso Fruit Italia. La prosecuzione di un’idea che guarda al futuro con gli occhi dell’associazionismo, forti della consapevolezza di come, davvero, l’unione, soprattutto in un momento come quello attuale, sia sinonimo di forza.

SIMONA PELLEGRINI