
01 Set L’INTERVISTA. “Il potere dell’aggregazione”
ROMA. In generale i dati confermano un export italiano in crescita, trainato da mele, kiwi e pere e con risultati degni di nota da parte di fragole e uva da tavola, lo slancio è sostenuto dal sistema aggregativo delle Organizzazione di produttori (OP).
“I temi con cui ci misuriamo, come le fitopatie, il cambiamento climatico, la concorrenza sleale, i tagli PAC – richiedono politiche coordinate e innovazione continua”, ha spiegato Andrea Badursi, presidente di Italia Ortofrutta – Unione Nazionale.
Solo così si potrà rafforzare ulteriormente la competitività del Made in Italy ortofrutticolo oltre confine.
Nello scenario legislativo europeo tuttavia preoccupa il taglio che va dal 20 al 30% della spesa agricola. La “proposta di bilancio a lungo termine dell’UE (2027 – 2034)” dello scorso 16 Luglio suscita preoccupazioni importanti. Confidiamo nelle modifiche migliorative che sono ancora possibili.
Andamento delle esportazioni nonostante l’incertezza internazionale?
Secondo l’osservatorio di Italia Ortofrutta, l’export di ortofrutta italiana continua a crescere con solidità. Fruitimprese, incrociando i dati ISTAT, ha segnalato per il primo quadrimestre del 2025 un +7,3 % in volume e un +13,3 % in valore rispetto allo stesso periodo del 2024 .
Il saldo della bilancia commerciale ortofrutticola torna positivo e supera i 264 milioni euro, con una riduzione del disavanzo di oltre la metà, a meno di 100.000 tonnellate.
Anche se la congiuntura internazionale resta complessa, le nostre Organizzazioni di Produttori riescono a mantenere il trend espansivo, grazie a qualità, tracciabilità e sostenibilità integrata.
Prodotti più performanti e mercati principali?
Nel nostro settore i prodotti che trainano l’export italiano è la frutta fresca, in particolare: mele, con +19‑20 % in volume e +18 % in valore; kiwi, +15‑13 % volume e +28‑27 % valore, guidato dalla performance del kiwi giallo.
Pere, con incrementi eccezionali: +180‑184 % in volume e +135 % in valore, sebbene la produzione sia ancora sotto media a causa di cambiamenti climatici e fitopatie .
Gli agrumi, in particolare i limoni, segnano una crescita moderata (+3 % in quantità) ma significativa in valore (+11 %), con il limone in aumento vicino al 50 % .
Desta interesse la fragola italiana sempre più simbolo di qualità anche oltre confine. L’uva da tavola italiana ha una storia autorevole in fatto di qualità e un presente che è caratterizzato dall’abilità delle aziende a proporre nuove cultivar senza semi, dalle stime possibili parliamo di un 60% di apirene rispetto alle estensioni totali.
I mercati principali del fresco restano quelli europei: Germania, Francia, Regno Unito, Paesi nordici. Tra le destinazioni più promettenti emergono i mercati extra‑UE in Asia orientale e Medio Oriente, anche grazie alla crescente domanda per prodotti premium italiani.
Il ruolo strategico del sistema aggregativo delle OP?
Il sistema aggregativo rappresentato da Italia Ortofrutta è cruciale per sostenibilità, competitività e internazionalizzazione. Le Organizzazioni di produttori consentono economie di scala in logistica, confezionamento, certificazione e promozione; supporto alla compliance normativa in termini fitosanitari e standard di esportazione. Le organizzazioni di Produttori permettono una promozione coordinata del brand Made in Italy nei mercati esteri anche attraverso le fiere specialistiche di settore.
Queste azioni offrono l’opportunità ai produttori associati di accedere a mercati ad alto valore, di migliorare l’efficienza e contrastare la frammentazione nella distribuzione.
Criticità e sfide attuali?
Le principali criticità per il settore ortofrutticolo includono la concorrenza sleale da importazioni da Paesi che utilizzano prodotti fitosanitari non consentiti nell’UE, senza la reciprocità degli standard. I cambiamenti climatici hanno impatti fortissimi su tutte le colture. Inoltre, va sottolineato che alle fitopatie – molto spesso generate o amplificate dai ridetti cambiamenti – mancano soluzioni autorizzate dagli organi decisionali.
Poi, ed è attualità, ci sono le emergenze idriche, legate a fattori climatici e strutturali. Come detto in apertura preoccupano i tagli alla PAC annunciati fino al 20 %, con conseguente erosione reale del sostegno agli agricoltori entro il 2034.
Come rafforzare la competitività del Made in Italy ortofrutticolo?
Investimenti in ricerca e innovazione varietale e sostenibilità. Occorre fronteggiare le fitopatie con mezzi adeguati ed efficaci. Chiediamo maggiore reciprocità regolatoria a livello internazionale, per evitare concorrenza sleale e ambiguità sul piano fitosanitario.
Potenziamento della rete delle Organizzazioni di produttori, delle cooperative e dei progetti di filiera, per ottimizzare logistica, packaging e marketing all’estero.
Maggiore valorizzazione del brand territoriale e delle certificazioni DOP/IGP, per differenziare il prodotto italiano nei mercati premium. E, ancora: diversificazione dei mercati extra‑UE, con focus su Asia, Medio Oriente, solo per fare alcuni esempi, per consolidare le quote e accedere a segmenti ad alta redditività.